Corso allenatori ginnastica artistica: 15 dicembre 2019
Le iscrizioni chiuderanno sabato 8 dicembre. Sedi del corso: Csi via Agosti e asd Gymnastx
Quando si parla di ginnastica artistica, davanti agli occhi dei ‘non addetti ai lavori’ compare un mondo aggraziato di colori, salti mortali eseguiti con una scioltezza ed elegante coordinazione. Tutto reale, ma quello che non si conosce è il lavoro fatto per arrivare a quel punto. Il sudore, le magnesite, le mani messe a dura prova da tutte le prese. Un rigore necessario, ben lontano dalla ‘roba da femminucce’ che si potrebbe pensare e mantenuto da una figura altrettanto essenziale: l’allenatore. Domenica 15 dicembre (scadenza iscrizioni 7 dicembre), tra la sede Csi di via Agosti e la palestra Gymnastx di via Fratelli Cervi, si terrà il corso per allenatori di ginnastica artistica e ritmica. La partecipazione è estesa fino a un minimo di 16 anni compiuti, col rilascio del titolo di assistente. Un giorno per entrare nel vivo di questo ruolo tanto fondamentale quanto delicato, «una passione - dice la vicepresidente dell’a.s.d Gymnastx, Fulvia Boschi - che di solito comincia da praticanti, ma poi prosegue per tutta la vita».
Signora Boschi, qual è il ruolo dell’allenatore nella ginnastica artistica?
«L’allenatore ha il prezioso compito far brillare i suoi atleti, sempre nel rispetto della salute e senza forzarli prima del tempo. Sono loro per primi ad insegnarti come ascoltarli, per capire come tirare fuori il loro meglio»
In una parola?
«Direi ‘equilibrismo’. Un allenatore deve essere in grado, pur trattando tutti con le stesse regole, di riuscire ad assegnare a un atleta un compito preciso. Quando un singolo ha la potenzialità d’imparare un certo movimento, la difficoltà è gestire bene la situazione di modo che tutti siano felici e non invidiosi di quel singolo risultato»
Le è mai successo di dover gestire questo tipo di situazione?
«Quasi mai. Mi viene in mente solo una volta in cui un genitore voleva che una bimba facesse esercizi per cui non era ancora pronta»
Capita spesso, che i genitori siano invadenti?
«Io lo considero un atteggiamento naturale, quando si inizia questo sport si ha tra i 6 e i 10 anni, è normale che il genitore sia molto presente. Crescendo subentra un rapporto di fiducia con le famiglie, che forse alle volte non capiscono nemmeno bene questo sport. La tenerezza poi è vedere bimbi di sei e sette anni che vanno a spiegare regole e punteggi ai genitori. Capisco che non sia così immediato, la ginnastica è uno sport molto complesso»
Capita mai che siano i bambini ad avere paura all’inizio?
«Più che altro, come in tanti sport, accusano un po’ l’analfabetismo motorio che sta invadendo la nostra società. I bambini non hanno più possibilità di giocare in ambienti naturali, all’inizio alcuni anche solo per salire su una panca alta 50 cm ti stringono la mano. Nel giro di pochi minuti poi trovano fiducia in sé stessi, sono capacità che si recuperano subito»
Qual è il segreto?
«Una grande passione ed empatia, supportate da ottime basi tecniche e pedagogiche. Noi diventiamo anche un po’ mamme e papà di questi bambini, l’affetto reciproco continua per tutta la vita. Da un lato gli esercizi sono faticosi, dall’altro loro per primi riescono ad apprezzare che tu, allenatore, stai dando l’anima e a capire che c’è una strada che li porterà a imparare»