Elezioni CSI 2021 - Intervista al presidente Alessandro Munarini
Il bliancio del presidente Munarini sugli ultimi anni di mandato, in vista dei prossimi quattro
Si avvicina il 16 gennaio, giorno in cui si svolgeranno le elezioni del CSI, e Alessandro Munarini, attuale vertice del comitato provinciale reggiano, si prepara a ricoprire per altri quattro anni il ruolo di presidente, non essendo pervenute altre candidature. Vale quindi l’occasione di lanciare uno sguardo panoramico al mandato appena concluso, allo scadere di un’ultima annata a dir poco particolare.
Munarini, come descriverebbe gli ultimi quattro anni in una parola?
«Emozionanti, nel senso letterale del termine. Sono stati anni che hanno scatenato varie emozioni».
Ad esempio?
«Ci sono stati sentimenti sicuramente di soddisfazione, ma anche fatiche. Tante incertezze, logicamente, che sono più legate al 2020».
Lei quando diventò presidente, di preciso?
«Di fatto nel 2016 ero stato eletto consigliere e nominato vicepresidente vicario. Il presidente era Cesare Bellesia, che alla fine del 2017 ha dato le dimissioni. A quel punto, nel febbraio del 2018, abbiamo convocato un’assemblea elettiva straordinaria».
Cos’ha pensato, in quel momento?
«Che era un’assunzione di responsabilità notevole. Anche prima di quel momento, in realtà, mi occupavo un po’ di tutto, è arrivata la formalità e un nuovo consiglio. Già nel 2016 avevamo introdotto alcuni dirigenti di società sportive nuovi, nel 2018 è stato ulteriormente rinnovato, sia da un punto di vista anagrafico che di presenza femminile».
Cosa la rende più orgoglioso, oggi?
«Tante cose, in realtà. Soprattutto, devo dire, sono orgoglioso della squadra creatasi e del modo di lavorare, sempre condiviso e senza che io imponessi dei pareri. Penso che abbiamo raggiunto un buon grado consapevolezza dei nostri mezzi. Col rinnovo delle direzioni delle varie aree, formativa, amministrativa, comunicativa e tecnica, credo siano stati fatti notevoli passi in avanti».
Ne cita qualcuno?
«Innanzitutto abbiamo avviato una nuova disciplina, il calcio a 7, con anche la creazione di un campo in sintetico e la sistemazione degli spogliatoi. Nel giro di qualche anno il calcio a 7 ha triplicato i suoi numeri. Abbiamo anche rinnovato le commissioni tecniche il che ha permesso ad alcune discipline, come il basket, di crescere molto. Sono state introdotte anche delle novità legate a momenti di incontro e festa, come gli All Star Game, che quest’anno andavano fatte anche della pallavolo ma il Covid lo ha impedito. In questo periodo di pandemia abbiamo anche visto nascere un CSI capace di cogliere occasioni dove nessuno le vede. Incontri con le società, eventi online, il torneo E-Sports, compreso quello della Montagna. Queste iniziative ci hanno dato modo di crescere ulteriormente».
A proposito di quest’ultimo anno, lei da presidente come lo ha vissuto?
«Sicuramente non bene ed essendo stato per 30 anni presidente di una società sportiva comprendo quello che stanno passando. All’inizio c’è stato dello spavento, poi abbiamo avuto modo di raggiungere comunque dei risultati importanti. Tra cui ad esempio una presenza maggiore ai tavoli istituzionali locali e regionali. L’essersi fatti apprezzare per il nostro lavoro ci ha permesso di essere coinvolti in prima persona e io ho sempre sostenuto che la ripartenza ci sarà solo mettendo insieme le forze. Di questo ne abbiamo merito e ne siamo anche grati, tanto all’amministrazione quanto alla curia, in particolare al vescovo Camisasca per la nomina ad assistente ecclesiastico di don Carlo Pagliari, già responsabile della Pastorale Giovanile, che ha creato una maggior sinergia tra la Pastorale e il CSI».