CSI LIVE 4ª puntata con Don Carlo
“Il sistema di prima non era sano e questa pandemia ce lo ha fatto capire”
“Il tesoro più prezioso”. E’ questo il titolo della quarta puntata di ‘Csi Live’, trasmessa ieri sera in diretta Facebook e Youtube, condotta da Samuele Adani, con ospiti Don Carlo Pagliari, assistente spirituale del Centro Sportivo di Reggio Emilia, nonché responsabile della Pastorale Giovanile della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e il presidente del Csi provinciale Alessandro Munarini.
“In questa quarantena ho colto l’occasione per studiare e pregare - ha spiegato don Pagliari - e come Pastorale Giovanile abbiamo continuato a offrire accompagnamento agli Oratori. Ma subito dopo Pasqua ci siamo tuffati nel boom dell’estate, iniziando un lavoro interno come Diocesi, con nostri consulenti, e poi in un dialogo proficuo con Comune, Regione e CEI, iniziato la settimana scorsa.
La pandemia è scesa come un muro davanti a un treno in corsa che viaggiava ai 350 Km/h. Lo scontro è stato devastante e ha mandato in crisi un po’ tutto, dalla salute, all’economia, ai rapporti personali, mettendo in evidenza aspetti ai quali nessuno forse prima era abituato a considerare. Questa pandemia ci ricorda che non possiamo fare tutto, avere tutto, sapere tutto, suggerendoci di fare i conti col limite e con ciò che è essenziale.
La mia preoccupazione per la “Fase 2” è che ci dimentichiamo velocemente di queste “lezioni”, tornando alle vecchie abitudini del mondo di prima…"
Come reagiranno invece, le società sportive a questa “Fase 2”?
“Spero abbiano approfittato del tempo che hanno avuto a disposizione - specifica il presidente Alessandro Munarini - Sono convinto che i momenti di riflessione e di crescita non si esauriranno, anche perché questo periodo ha stimolato quella creatività che era venuta a mancare a causa del correre dietro al tempo. Noi, come Csi, vogliamo arrivare al cuore delle persone attraverso lo sport e questo momento di riflessione ci sta aiutando a farlo”.
“E’ vero - aggiunge Don Pagliari - La scuola in primis, ma anche gli Oratori e così tante società sportive ho visto che si sono organizzate per fare lezioni a distanza; ciò dimostra che abbiamo saputo tirare fuori soluzioni creative di prossimità.
Ora bisogna programmare il futuro, anche se non ne conosciamo i tempi e i modi precisi. Nella storia biblica del patriarca Giuseppe si racconta della capacità sapiente di questo personaggio di anticipare sette anni di “vacche magre”, attuando una gestione oculata e parsimoniosa nei “sette anni di abbondanza” precedenti. Cosa ci insegna? Che nella crisi sopravvive chi ha una visione di prospettiva, oculata e onesta, e chi è disposto a fare sacrifici con lungimiranza, mettendo al centro il Bene Comune e non solo il proprio interesse individuale.
Ora c’è un Sistema Paese da ricostruire in una situazione di crisi. Se la base pensa di sopravvivere confidando solo in aiuti economici dall’alto, non ce la faremo. Il Pubblico non è solo quello che “deve” dare, ma ha bisogno della logica solidale e volontaria della base, mettendoci in testa che la qualità di vita di un Paese non dipende solo dai soldi, ma anche dalla capacità di donarsi di ciascuno e dalla qualità di risorse umane che si possono mettere a disposizione per gli altri.
La pandemia deve farci fare questo salto di qualità: ora dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo, ridando valore alla gratuità, alla solidarietà, al volontariato, al credere in un progetto di comunità più alto. E attorno a questi valori (che ci arrivano dal Vangelo) possiamo costruire un senso di appartenenza. Ognuno deve chiedersi: io cosa posso donare del mio per la ricostruzione del tessuto sociale? Credo che una delle rivoluzioni più grosse che Gesù ha fatto è stata l’intuizione di introdurre nel mondo “fuori” dalla casa la logica della gratuità tipica della famiglia, considerando gli altri come fratelli”. E quando uno è disposto a donarsi, perdendo qualcosa per un Bene più grande, fa esperienza di Dio. Credente o non credente.
E lo sport di base - continua Don Pagliari - giocherà un ruolo fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale per il bene di tutti: il Csi nacque dopo la guerra, da una felice intuizione dei vescovi italiani, sfruttando la rete popolarissima degli Oratori di quartiere, facendo diventare popolare e importante lo sport, proprio nella ricostruzione di una Italia che usciva devastata dalla guerra; oggi siamo chiamati a fare la stessa cosa. E anche le stesse famiglie devono sentire questo senso di appartenenza, non solo pretendendo un servizio, perché lo si è pagato, ma per un bene più grande che è la cura della persona.
Oggi dobbiamo fare altre scelte: se ognuno vuole difendere il proprio orticello non ci salteremo fuori, se invece, come dice il Vangelo, saremo anche disposti a perdere qualcosa, lo sport di base risorgerà e ci aiuterà a crescere”.
A questo punto Don Pagliari va controcorrente, dicendo: “La retorica bugiardissima che recita “andrà tutto bene” non è realistica, perché in tanti dovranno cambiare radicalmente le loro vite, salvo non si recuperi il senso di appartenenza. Per essere saggi e creativi, bisogna partire da un dato di realtà elaborando il lutto di un possibile fallimento. E andrà tutto bene solo se ciascuno è disposto a fare qualcosa. E certi nodi per qualcuno verranno al pettine.
Tante famiglie, a breve, avranno il problema di dove lasciare i figli, visto che i nonni vanno tutelati. Com’è la situazione dei Centri estivi?
“Per ora ci sono dichiarazioni d’intenti da parte della politica e delle istituzioni, ma finché il Governo non si pronuncerà in modo preciso, sui campi estivi (e questo accadrà solo dopo il 17 maggio) siamo ancora fermi alla “Fase 1”.
Come Diocesi abbiamo studiato da un mese un protocollo ben preciso per le attività di oratorio in prevenzione, studiandole con dei consulenti: aspettiamo però le disposizioni governative e i risultati sui contagi in seguito alla riapertura di lunedì, e sopratutto continuiamo a lavorare nei tavoli attivati dal Comune di Reggio, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla CEI a Roma. Perchè le vere linee guida arriveranno da lì. Poi vedremo come e dove applicarli.
Il Vescovo lunedì ha avvistato i Sindaci e la Regione ringraziandoli del lavoro che stanno svolgendo e avvisandoli che come Oratori cominciamo ad organizzarci al nostro interno. E sono stati convocati tutti i parroci e i responsabili degli Oratori per cominciare a lavorare alla fine di questa settimana. Mi auguro che i Grest si possano fare, e serviranno creatività, elasticità, positività e grande senso di comunità, ma perché ciò avvenga è necessario il rispetto delle norme di prevenzione sanitaria che dovrà essere tassativo”.
Il Csi, nello specifico, cosa sta programmando per l’estate: “Inventarsi cose nuove non sarà difficile - interviene a chiosa Alessandro Munarini - Il difficile sarà rispettare protocolli rigidi: un campo estivo può essere organizzato all’aperto, ma anche da casa e gli adolescenti dovranno aiutarci; insomma, siamo al servizio di tutto questo e metteremo a disposizione chiunque i nostri spazi che sono veramente tanti”.
“E’ difficile - conclude don Carlo mettendoci di nuovo di fronte alla realtà - ma non dobbiamo mai dimenticarci c’è un Virus in giro e non comandiamo noi: l’unica cosa che possiamo fare è essere responsabili il più possibile e prenderci cura del Bene Comune, diventando costruttori di un senso di Comunità più profondo”.
Il prossimo appuntamento con ‘Csi live’ è previsto per giovedì prossimo, alle 21, quando parleremo con Gianmaria Manghi, capo della segreteria politica della presidenza della Regione Emilia-Romagna, col quale analizzeremo come la politica lavorerà con le società sportive per una ripartenza che possa davvero riportare a tutti il sorriso